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Gratosoglio Via Giuseppe Ripamonti, 580

E' in una villa confiscata alla mafia. Il club privé "resiste"

Il locale, in fondo a via Ripamonti, i cui gestori (in affitto) non hanno nulla a che fare con la criminalità organizzata, fa ricorso contro lo sgombero

Il club privé nella palazzina confiscata alla mafia. Sembra assurdo ma la vicenda è complessa e ha una spiegazione. La storia, raccontata dal Corriere, inizia nel 1999, quando in via Ripamonti apre il Bizarre: i gestori prendono in affitto un edificio di proprietà di Pasquale Molluso, a cui sono stati confiscati diversi beni nel Milanese, tra cui anche la sua abitazione a Chiaravalle. La villetta, dal 2014, è ufficialmente un bene confiscato, ma "occupato". La direzione investigativa antimafia ha calcolato 259 beni su 1.301 come questo. La legge spiega che questi beni devono essere riservati ad un uso sociale, ovvero a beneficio della collettività, ma che fare quando c'è un contratto d'affitto in essere?

L'agenzia che si occupa, a livello nazionale, di destinare i beni sequestrati ha chiesto lo sgombero del club, che però ha fatto ricorso. Il gestore (che non ha nulla a che fare con la mafia) sarebbe disposto a destinare parte del ricavato a qualche Onlus e fa notare - e come dargli torto, le statistiche parlano chiaro - che sovente i beni confiscati alle mafie, in Italia, non finiscono bene: aziende malgestite che presto sono costrette a chiudere i battenti, per esempio. Invece il Bizarre è in piena attività. 

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