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Chiaravalle Macconago / Via Sant'Arialdo

Chiaravalle: il "borgo" dimenticato

Inutilizzabili i vecchi binari dismessi della ferrovia. Rifiuti e sporcizia. La Roggia Vettabbia con le sponde crollate, l'abbazia non valorizzata

Chiaravalle: sinonimo di abbazia, ma non c'è solo quella nell'antico borgo alle porte di Milano. La storia - millenaria - dell'area affonda anche nell'agricoltura, ammodernata dalle marcite ideate dai monaci. Poche centinaia di metri separano Chiaravalle da vie di traffico (ferroviario e automobilistico) molto importanti e frequentate: l'A1, la stazione di Rogoredo. Eppure, si è immersi nella campagna.

Essere terra di confine, probabilmente, non giova. Così Chiaravalle sembra oggi dimenticata, peggio: un'occasione sprecata, in vista di Expo, visto che vi si sarebbe potuto far convergere turismo religioso e turismo legato al tema dell'esposizione (nutrire il Pianeta), se solo si fosse mostrato un minimo di buona volontà.

Tra la Cascina La Grangia (millenario edificio rurale di pregio, lasciato decadere nel tempo), la Roggia Vettabbia (d'età romana) piena di rifiuti accumulati da decenni, gli interventi da fare non mancherebbero. Per la Roggia, tra l'altro, c'è anche il problema delle sponde, crollate in vari punti. Una "via d'acqua" esistente, la cui riparazione costerebbe (o sarebbe costata) decisamente meno di quelle che tanto han fatto discutere.

Sarà molto probabilmente accantonata l'idea di una pista ciclabile da Rogoredo a Chiaravalle lungo i binari dismessi della ferrovia, che sono ancora lì e non servono più a niente: Trenitalia vorrebbe più di un milione di euro per concederli. La fonte? Il presidente di zona 5, Aldo Ugliano. E poi ancora, la piazza del borgo rifatta solo per metà, il lavatoio dei primi del Novecento completamente abbandonato.

"C'è un nuovo albergo in piazza, ma che cosa vedrà la gente che vi alloggerà?", si chiedono Massimiliano Toscano (consigliere di zona 5 del Movimento X) e il blog "Cielo su Milano".

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